La Commissione europea proporrà una serie di misure per ridurre le emissioni dell’aviazione nell’UE: una misura che rientra nel pacchetto di interventi pianificato per raggiungere gli obiettivi legati al contrasto ai cambiamenti climatici. Tuttavia l’iniziativa, che comprende una tassa senza precedenti sul carburante per aerei altamente inquinanti, sta affrontando forti venti contrari da parte delle compagnie aeree del blocco europeo, che temono trovarsi con le “ali spezzate”.
Anche Malta si è opposta a tali proposte per molti anni, sostenendo che una la tassa sui carburanti creerebbe una situazione iniqua per un Paese che è fortemente dipendente dall’aviazione per i viaggi e il turismo, rispetto ai paesi dell’Europa continentale.
Bruxelles sostiene invece che una nuova tassa sul carburante per i voli all’interno dell’UE si rende necessaria se il blocco di 27 nazioni è seriamente intenzionato a raggiungere il suo ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.
Il settore dell’aviazione – che costituisce circa il tre per cento delle attuali emissioni dell’UE – insiste che la tassa lo renderebbe incapace di competere con i rivali al di fuori del blocco.
E la proposta è destinata ad essere una delle questioni più spinose quando i legislatori europei, gli stati membri dell’UE, i lobbisti e gli attivisti verdi inizieranno quelli che si prevede saranno mesi di duro dibattito per dare forma alle leggi finali.
In conclusione, una simile tassazione dovrebbe quantomeno prevedere un piano di compensazione economica: altrimenti creerebbe soltanto danni all’economia maltese favorendo la concorrenza di vettori extra UE.