Le imprese maltesi chiedono una riduzione dell’Iva. Per mitigare gli effetti dell’inflazione, la Camera delle Piccole e Medie Imprese (Malta Chamber of SME’s) ha chiesto una riduzione dell’imposta VAT dal 18% al 15,5%. Il presidente della Camera ritiene che questa misura fiscale manterrà l’attuale livello di entrate fiscali, poiché l’aumento dei prezzi di alcuni beni compenserà la riduzione dell’IVA.
Questa proposta arriva dopo che il mese scorso l’Unione Europea (UE) ha dato il via libera definitivo all’aggiornamento della Direttiva UE sull’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), ampliando l’elenco dei beni e servizi a cui possono essere applicate due aliquote IVA ridotte e consentendo per la prima volta un’aliquota IVA ridotta inferiore al 5%.
Prima della pandemia COVID-19, l’UE intendeva armonizzare le aliquote IVA ed eliminare gradualmente le aliquote ridotte e super-ridotte. Ora, l’UE ha cambiato rotta a favore delle aliquote IVA ridotte aggiuntive. Il Parlamento europeo ritiene che, per far fronte a future circostanze eccezionali come pandemie, crisi umanitarie o disastri naturali, le aliquote ridotte sui beni di prima necessità “andrebbero a beneficio delle famiglie a basso reddito e, in quanto tali, affronterebbero la regressività del sistema dell’IVA”. Tuttavia, recenti ricerche dimostrano che le aliquote ridotte e le esenzioni non sono un modo efficace per sostenere le famiglie a basso reddito e potrebbero addirittura aumentare la regressività del sistema se, per raggiungere gli obiettivi di gettito, si aumentano le aliquote IVA generali.
Nel 2020 solo Paesi come l’Austria e la Germania hanno tagliato le aliquote IVA su alcuni beni e servizi per ridurre l’impatto economico della pandemia COVID-19. Tuttavia, nella seconda metà del 2021 e soprattutto nella prima metà del 2022, un numero maggiore di Paesi dell’UE ha iniziato ad applicare una serie di aliquote IVA ridotte su determinati beni e servizi per contrastare i prezzi elevati di energia, carburante e gas, in primo luogo, e l’impennata dell’inflazione, in secondo luogo. La recente modifica della Direttiva IVA dell’Unione Europea ha aperto la porta a tutti i Paesi dell’UE per implementare un maggior numero di esclusioni e, di conseguenza, aumentare la complessità dei loro sistemi fiscali IVA.