Scopriamo insieme le nuove regole sulla residenza fiscale per le imprese con sede estera con soci e dirigenza italiana e l’impatto pratico delle disposizioni per evitare contestazioni con l’Agenzia delle Entrate.
L’Agenzia delle Entrate italiana ha introdotto nuove linee guida per la residenza fiscale delle imprese, offrendo maggiore chiarezza sui criteri che determinano l’obbligo di tassazione per le società gestite dall’Italia. La recente circolare n. 20/E del 4 novembre 2024, emanata in seguito al Decreto legislativo n. 209/2023, modifica le normative esistenti e potrebbe avere un impatto significativo su molte imprese con sede a Malta con gestione italiana. In vigore dal 1° gennaio 2024, le disposizioni definiscono nuovi criteri per la residenza fiscale, eliminando il precedente parametro dell’“oggetto principale” e introducendo criteri più concreti. Questo articolo esamina i nuovi criteri e, attraverso esempi pratici, illustra i possibili effetti per le società maltesi con attività gestite dall’Italia.
Criteri di residenza fiscale: sede legale, sede di direzione effettiva e gestione ordinaria
Le nuove linee guida stabiliscono che una società o un’organizzazione è considerata con la residenza fiscale in Italia se, per la maggior parte del periodo d’imposta, soddisfa uno dei seguenti criteri: la sede legale è situata in Italia, la sede di direzione effettiva si trova in Italia o la gestione ordinaria delle operazioni è svolta principalmente sul territorio italiano. L’introduzione di questi parametri si pone l’obiettivo di uniformare la normativa agli standard internazionali, concentrandosi sulla sostanza delle operazioni messe in campo per la gestione del soggetto giuridico.
Prendiamo ad esempio una società di consulenza con sede legale a Malta, ma che effettua la gestione strategica e prende decisioni importanti dall’Italia. Anche se la sede legale è collocata formalmente a Malta, la società potrebbe comunque essere considerata dall’Agenzia delle Entrate con la residenza fiscale in Italia, con obbligo di tassazione in Italia. Un altro esempio potrebbe essere quello di una società di e-commerce con base amministrativa a Malta e logistica gestita dal territorio italiano. La presenza in Italia della gestione ordinaria potrebbe configurare la residenza fiscale nel Paese, indipendentemente dalla sede legale maltese.
Eliminazione del criterio dell’oggetto principale
La riforma normativa ha inteso eliminare il criterio dell’“oggetto principale”, che in passato considerava residenti in Italia le società con attività principale nel Paese. Questo cambiamento riduce le ambiguità, favorendo una definizione più oggettiva della residenza fiscale attraverso criteri che si basano sulla sostanza delle operazioni messe in campo per la gestione del soggetto giuridico.
Un esempio tipico è quello di un’impresa italiana nel settore dell’ospitalità che ha aperto una sede legale a Malta per agevolazioni fiscali, ma continua a operare principalmente in Italia. In passato, la presenza di attività economiche rilevanti in Italia poteva già far considerare questa società come residente fiscale italiana. Con le nuove disposizioni, tuttavia, il focus si sposta sulla localizzazione della direzione e della gestione ordinaria. La società, dunque, potrebbe essere considerata con la residenza fiscale in Italia se, nonostante la sede legale maltese, la direzione effettiva e la gestione si trovano nel territorio italiano.
Impatti per le società italiane con sede a Malta
Le nuove disposizioni avranno sicuramente un impatto rilevante per molte iniziative messe in campo da imprenditori e professionisti italiani, che decidono o di trasferire la sede legale a Malta oppure hanno intenzione di avviare una nuova attività sull’isola mediterranea, pur mantenendo in Italia la gestione ordinaria e le decisioni strategiche. In particolare, le iniziative imprenditoriali che scelgono Malta (ma qualsiasi altro Stato estero) come sede legale con lo scopo di beneficiare della fiscalità locale potrebbero trovarsi a dover rivalutare la propria struttura organizzativa, qualora la direzione o la gestione ordinaria delle attività sia svolta dall’Italia.
Ad esempio, prendiamo in esame la creazione di una start-up tecnologica con soci e direzione italiane che decide di avere la propria sede legale a Malta, ma continua a operare, gestire i dipendenti e prendere decisioni chiave in Italia, sarà considerata fiscalmente residente in Italia. Questa organizzazione operativa e strategica comporterà, per lo Stato Italiano, che gli obblighi fiscali saranno regolati dalle norme italiane e non da quelle maltesi. Lo stesso vale per una società del settore finanziario che decide di aprire una sede, o una filiale a Malta per poter beneficiare anche degli incentivi fiscali messi a disposizione dal governo di Malyta: se la direzione effettiva, compreso il processo decisionale, resta in Italia, la società sarà considerata dallo Stato Italiano, con la residenza fiscale in Italia.
Decorrenza delle nuove disposizioni e casi di applicazione
Come già specificato, le nuove disposizioni per verificare la residenza fiscale sono entrate in vigore il 1° gennaio 2024 per le società con esercizio fiscale coincidente con l’anno solare, mentre per le aziende con esercizio non coincidente con l’anno solare, le regole si applicano dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 29 dicembre 2023. Questa scadenza offre alle imprese un periodo di transizione per adeguarsi e valutare l’impatto dei nuovi criteri sulla propria organizzazione e gestione fiscale.
Un caso già analizzato e gestito dal network Malta Business, riguarda una piccola impresa italiana di sviluppo software che da deciso di aprire una sede legale a Malta per beneficiare delle agevolazioni fiscali offerte alle start-up. Tuttavia, l’impresa continuava a prendere decisioni strategiche dall’Italia ed a gestire le attività quotidiane nel territorio italiano, la normativa avrebbe potuto far scattare l’obbligo di tassazione in Italia.
Dopo aver analizzato i vari punti di forza e di debolezza, della struttura organizzativa, i consulenti del network Malta Business, hanno individuato una soluzione organizzativa e gestionale conforme alle nuove disposizione, al fine di evitare interpretazioni errate da parte dell’agenzia fiscale italiana.
Le imprese con situazioni simili dovranno dunque valutare con attenzione le procedure organizzative e gestionali delle proprie attività, non rilevando affatto eventuali permessi di soggiorno a Malta in possesso di parte dei membri della Direzione o del Management.
La pratica comune di richiedere un permesso di residenza per lavoro, da parte dei dirigenti dell’azienda, senza poi adeguarsi concretamente alle disposizioni normative spiegate in quest’articolo, apre le porte a future contestazioni da parte delle Autorità fiscali italiane.
Riflessioni e prossimi passi
Non vi è dubbio che le nuove disposizioni italiane sulla residenza fiscale delle imprese forniscono parametri chiari per determinare l’obbligo di tassazione, ma impongono alle società con sede a Malta o in altre giurisdizioni estere, che hanno soci e management in Italia, di valutare con attenzione la propria organizzazione.
L’eliminazione del criterio dell’“oggetto principale” e l’introduzione di parametri oggettivi sulla sede di direzione effettiva e gestione ordinaria richiedono un’analisi accurata della localizzazione delle attività e delle decisioni aziendali. Rivolgersi a consulenti aziendali esperto è quindi fondamentale per evitare future e fastidiose contestazioni fiscali.
Invitiamo i lettori interessati a valutare l’impatto delle nuove disposizioni sul proprio business ed a contattare il Network di Malta Business per una consulenza preventiva. Il nostro team è a disposizione per verificare il rispetto delle normative e individuare le soluzioni più adeguate, assicurando la piena conformità alle leggi italiane e maltesi ed evitando futuri contenziosi con l’Agenzia delle Entrate.
Sei socio o dirigi una società a Malta ma sei residente ed operi dall’Italia? Hai interesse a costituire una nuova società a Malta ma vuoi farlo evitando future contestazioni? Contattaci per una prima consulenza.