L’Europa viaggia sempre più spedita verso un’economia green. Il suo nuovo piano per il clima, infatti, prevede il taglio delle emissioni di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro la fine del decennio. Un obiettivo decisamente più ambizioso rispetto a quello fissato in precedenza dall’Ue, del 40%: ciò significa diventare a emissioni zero entro il 2050. Un’opportunità che Gela, con la sua strategica posizione e la sua piana (la seconda della Sicilia), non può farsi sfuggire. Bisogna afferrare l’affare delle bonifiche e del fotovoltaico. Il pacchetto per i nuovi investimenti green dovrebbe raggiungere circa 7mila miliardi di euro entro il 2050. E una grossa fetta della somma dovrebbe essere convogliata nel settore ambientale, in rapida crescita, che sta apportando un contributo sempre più consistente al Pil.
Il valore ambientale, è cresciuto a 286 miliardi di euro nel 2015, in rialzo del 63% dal 2003. In questo settore, si trovano alcune aziende particolarmente vivaci, come quelle che si occupano della gestione delle risorse naturali.
Le energie rinnovabili e l’efficienza energetica sono cresciute del 150% negli ultimi anni, e la vasta piana incolta di Gela con il fotovoltaico potrebbe produrre il 48% del fabbisogno energetico di tutto il Sud Italia. Se i governi europei riusciranno a raggiungere i loro obiettivi su crescita e inquinamento, i veicoli elettrici diventeranno un settore strategico. Oggi gli immobili di nuova costruzione, e quelle da ristrutturare per il rilascio dell’agibilità da parte dei Comuni hanno bisogno della colonnina di ricarica. Sempre più veicoli saranno elettrici in futuro.
Spostando l’analisi sull’edilizia, l’European Green Deal ha riservato circa 370 miliardi di euro (ovvero 53 miliardi di euro l’anno) alle ristrutturazioni con l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica e “decarbonizzare” gli edifici esistenti. Sarebbe una grande spinta per il settore europeo delle ristrutturazioni edilizie, che valeva 819 miliardi di euro nel 2019. La sfida non è semplice. L’Europa mira a ripensare, entro il 2050, numerosi settori, ognuno dei quali costituisce ricche e interessanti opportunità di investimento, sottostimate dal mercato in generale. Entrando più nello specifico, mobilità elettrica: per rispettare l’obiettivo sulle emissioni, circa l’80% dell’energia dei trasporti di oggi deve essere riconvertita in elettricità. Si prevede che il 57% di tutte le vendite di veicoli passeggeri a livello globale sarà elettrico entro il 2040, rispetto a solo il 3% del 2019.
Nell’ambito del piano europeo, la quota delle rinnovabili per la generazione di energia elettrica deve aumentare all’85% entro il 2050 dall’attuale 20%, soprattutto con un aumento di energia eolica e solare. L’Unione Europea sta incrementando la produzione di energia rinnovabile, con piani d’espansione aggressivi. Nell’ultimo anno, a rimarcare questa tendenza, la quota di energia rinnovabile generata in Ue è cresciuta dell’8%. La piana di Gela, per esposizione, estensione e composizione, è la migliore al mondo per questo tipo di investimento pulito e green. E i territori di Gela, Niscemi e Butera si prestano perfettamente per la produzione di energia pulita proveniente dal fotovoltaico, dunque dal sole.
Purtroppo gli amministratori e i dirigenti locali sono poco aperti all’innovazione e spesso ostacolano lo sviluppo arrecando danni indicibili al territorio sottosviluppato. Devono da subito lavorare per rimuovere i vincoli sui terreni, troppi e senza logica, sparsi per tutta la piana, attraverso il T.U. per l’edilizia 380/2001, e opporsi al frazionamento in micro lotti anche per causa successioni dei terreni agricoli. Ma l’elemento chiave per fare arrivare questi innovativi investimenti e fare ripartire l’economia nella piana sono ancora una volta le infrastrutture: il territorio ha bisogno di autostrade, strade, ferrovie, porto, eliporto.
I soldi per l’energia pulita ci sono: basti pensare che Eni Green Power ha investito settecento cinquanta milioni di euro in Messico per realizzare infrastrutture e parco fotovoltaico nella località Viesca, nello Stato messicano di Coahuila, la costruzione dell’impianto solare fotovoltaico di Villanueva (754 MW), il più grande progetto solare a livello mondiale. Nulla togliendo al villaggio di Viesca, Gela è molto più sicura e civile, ma con scarsi amministratori e dirigenti, autorizzare i progetti avvantaggia tutti indistintamente. L’amministratore Delegato di Eni dal maggio 2014, nonché componente del Consiglio Generale e dell’Advisory Board di Confindustria, Consigliere di Amministrazione della Fondazione Teatro alla Scala e membro del National Petroleum Council, Claudio Descalzi, che conosce il territorio, può investire su Gela.
Concludo con un calcolo di produzione fotovoltaica:kiloWatt (kW):
MegaWatt (MW) —-> kW x 1.000 (mille)
GigaWatt (GW) —-> kW x 1.000.000 (1 milione)
TeraWatt (TW) —-> kW x 1.000.000.000 (1 miliardo
Supponiamo che a Gela si vada a produrre 754.000.000 Megawatt ogni anno come Viesca, nello Stato messicano di Coahuila al prezzo di 0,25 C.mo/di € a Kilowatt si andrebbe a produrre 188.500.000,00 milioni di euro ogni anno sfruttando solo gli elementi che ci ha donato la natura: il sole, la posizione, la vasta piana di Gela. Un introito non diretto di milioni di euro non indifferente.
Il fotovoltaico è un’opportunità che Gela e Malta non devono perdere. L’isola di Malta e la Città del Golfo di Gela hanno da sempre avuto rapporti di amicizia commerciale, e oggi interessi nel settore del gas e GNL nel Mediterraneo. In ultimo la compagnia Virtu Ferries Ltd potrebbe collegare le due città con una rotta via mare non appena il Comune di Gela renderà esecutivo il progetto della collocazione di piattaforme galleggianti accanto al porto dell’isola di Gela, con progetto nato e ideato dallo studio di intermediazione tecnico-legale dell’Ing. Francesco Agati della Città del Golfo di Gela.
Articolo a cura dell’Ing. Francesco Agati (Intermediario e Tecnico-Legale), Gela Sicilia.