IL CONTESTO del progetto LIFE FOSTER
Lo spreco alimentare è diventato negli ultimi anni una delle emergenze ambientali e sociali con un impatto a livello mondiale.
Se guardiamo agli ultimi dati disponibili (2019) forniti dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), un’organizzazione internazionale attiva nella lotta ai cambiamenti climatici, si sono sprecate circa 931 milioni di tonnellate di cibo: il 61% di questi sprechi viene segnalato a livello del consumatore, il 26% all’interno del settore della ristorazione e il 13% all’interno di supermercati e altri venditori al dettaglio.
Molti sono i progetti e gli interventi a livello internazionale che stanno operando in questo ambito e, data la rilevanza del tema, si prevede che molte nuove iniziative si avvieranno nei prossimi anni, per il raggiungimento del target 12.3 – dimezzamento dello spreco alimentare globale a livello di produzione e consumo entro il 2030 – all’interno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite.
Lo spreco si verifica durante la distribuzione, la vendita, la lavorazione e il consumo finale ed è determinato da fattori comportamentali. Secondo la FAO, la maggior parte di queste perdite potrebbe essere risolta attraverso l’implementazione di strumenti e metodologie per identificare le fasi critiche lungo la catena alimentare e agire con strategie preventive.
Su questo aspetto, è incentrato l’approccio proposto dal progetto LIFE FOSTER, fondato su una visione sistemica dello spreco alimentare e, nel contempo, finalizzato all’adozione di soluzioni di prevenzione dello spreco idonee al contesto delle aziende della ristorazione.
Le parole chiave sulle quali si fonda il contributo concreto di LIFE FOSTER sono prevenzione, formazione professionale e educazione per incrementare la consapevolezza degli operatori della ristorazione e, più in generale, dei cittadini.
Il progetto si inserisce in una nuova e più generale attenzione della società all’educazione per la prevenzione degli sprechi, e alle opportunità che si stanno aprendo grazie all’attivazione di relazioni virtuose finalizzate alla creazione di un sistema di economia circolare.
PROGETTO LIFE FOSTER
Partendo da questi presupposti il progetto LIFE FOSTER, avviato 4 anni fa in quattro Paesi Europei (Italia, Spagna Franca e Malta) grazie al cofinanziamento del programma LIFE della Commissione Europea, ha avuto come finalità la riduzione degli scarti del settore della ristorazione attraverso tre leve: FORMAZIONE PROFESSIONALE, EDUCAZIONE, COMUNICAZIONE.
Per la realizzazione del progetto LIFE FOSTER si sono unite le competenze e le esperienze di Partner attivi nel settore della ricerca, della formazione professionale e del mondo della ristorazione sotto il coordinamento del network italiano per la formazione professionale ENAIP NET, con l’obiettivo di sviluppare modelli formativi, diffondere buone pratiche e proporre iniziative di sensibilizzazione. L’impegno comune è stato quello di attivare, alla base delle attività, il trasferimento di conoscenze e competenze ‘green’ ai professionisti della ristorazione di domani, allo scopo di innescare comportamenti virtuosi. In tal modo, si è inteso agire nei processi produttivi ripensandoli su un modello circolare (prevenzione degli sprechi, tutela dell’ambiente e pratiche innovative).
I PARTNER DEL PROGETTO LIFE FOSTER
Enti di formazione professionale: ENAIP NET Impresa Sociale (Italia), Agence nationale pour la formation professionnelle des adultes – AFPA (Francia), Confederación Española de Centros de Enseñanza – CECE (Spagna), Institute of Tourism Studies – ITS (Malta)
Industria & associazioni di categoria: Federazione Italiana Cuochi – FIC (Italia), Malta Business Bureau – MBB (Malta) partner scientifico: Università degli Studi di Scienze Gastronomiche – UNISG (Italia)
I RISULTATI DEL PROGETTO LIFE FOSTER
Grazie al lavoro svolto in questi 4 anni dai partner, che non si sono arrestati nemmeno di fronte alla pandemia, si sono ottenuti molti risultati che aprono prospettive interessanti per gli anni futuri e che sono stati presentati in occasione della conferenza finale di progetto organizzata presso il Campus dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN)ad inizio di luglio. Presenti Silvio Barbero Vicepresidente UNISG, Giorgio Sbrissa Presidente ENAIP NET e Laura D’Aprile Direttore del Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti del Ministero dell’Ambiente Italiano, i partner del Progetto, e testimonial di best practice.
6500 studenti formati in presenza | 320 formatori formati in presenza | 4000 studenti e formatori formati tramite e-learning | Più di 60 centri di formazione professionale coinvolti | Sviluppati 3 percorsi di e-learning | 500 professionisti che hanno partecipano ai webinar durante il periodo del distanziamento| Selezionato da ICESP e UNI come BEST PRACTICE PER L’ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA | Realizzati 10 video ufficiali del progetto | 430 Ambasciatori del Manifesto per la prevenzione degli sprechi alimentari | Realizzata una WEB application per la misurazione dello spreco in cucina: FOOD WASTE FLOW BALANCE |Più di 50 eventi organizzati, sia online che in presenza |2000 questionari di sensibilizzazione raccolti presso il pubblico esterno | 15 laboratori di formazione scolastica coinvolti nel monitoraggio degli sprechi alimentari.
Tutti questi risultati sono il frutto dell’impegno di un intero sistema formativo professionale che vuole essere protagonista nella sfida ambientale, digitale e sociale, presente e futura.
Stando ai dati, la strada per la riduzione del 50% dello spreco alimentare è tuttavia ancora lunga. Grazie a iniziative come LIFE FOSTER, abbiamo però la possibilità di formare ed educare le nuove generazioni di professionisti del cibo in grado di promuovere nuovi stili di vita più sostenibili.