L’Europa segue l’esempio della Francia e si prepara ad avvalersi delle piattaforme digitali per “spiare” i redditi dei cittadini al fine di accertamenti fiscali. Il consiglio europeo ha approvato in via definitiva la riforma della direttiva sulla cooperazione amministrativa (Dac7) che consegna in mano agli Stati i dati forniti da colossi del digitale come Amazon, Instagram e Airbnb, i quali saranno obbligati a comunicare i guadagni online degli utenti con il loro Paese membro di residenza.
La Commissione Europea prevede che la nuova misura genererà gettiti fiscali aggiuntivi pari a circa 30 miliardi di euro in tutta l’Unione.
La direttiva sarà ora pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e gli stati membri dovranno recepirla entro il 31 dicembre 2022, con lo scambio di informazioni che sarà attivo dal primo gennaio 2023.
I dati da comunicare comprendono il nome, l’indirizzo codice fiscale, il numero di identificazione Iva e la data di nascita del venditore, oltre al conto corrente su cui il corrispettivo è pagato.
In merito agli affittuari di immobili, le comunicazioni dovranno includere anche l’indirizzo di ogni annuncio immobiliare, i dati catastali, il corrispettivo totale pagato e, se disponibile, il numero di giorni in cui ciascun immobile è stato affittato.
Lo scopo della direttiva è quello di rendere trasparenti redditi percepiti attraverso le piattaforme digitali, dal momento in cui un numero elevato e in costante aumento di privati e imprese utilizza le piattaforme digitali per vendere beni o fornire servizi.