Malta ha avviato il processo per costituire una Zona Economica Esclusiva nel Mediterraneo centrale, con il potenziale di estendere le sue competenze di ben 71.446 kmq oltre le acque territoriali: lo ha annunciato il ministro delle finanze Clyde Caruana.
Una Zona Economica Esclusiva (ZEE) potrebbe avere nei prossimi anni un enorme potenziale economico, non solo per la pesca, ma anche per le isole artificiali, i parchi eolici, i parchi solari, l’energia generata dalle onde e gli introiti derivanti dai trasporti via mare.
Parlando in parlamento, Caruana ha riferito che Malta ha finora esercitato la sua competenza entro i confini delle proprie acque territoriali, che si estendono a 12 miglia (un’area di 3.829 kmq), e della zona di pesca, che si estende fino a 25 miglia (11.479 kmq) dalle coste.
Il ministro ha evidenziato che il Governo, in questa fase, non ha quantificato l’estensione della sua zona marina: si tratta di una valutazione da confermare nei prossimi anni, con la consapevolezza degli obblighi da assumersi, in particolare per garantire un’adeguata protezione dell’ambiente marittimo.
In questo caso bisognerebbe evitare di ripetere in mare alcuni errori commessi sulla terraferma nel coniugare sviluppo economico e tutela ambientale: ma non c’è dubbio che i benefici supereranno gli oneri.
Il deputato nazionalista Carmelo Mifsud Bonnici, in risposta, ha confermato che l’opposizione appoggia il progetto di legge, in coerenza con gli intenti proclamati negli ultimi decenni dal partito di opposizione.
Bonnici sostiene che la dichiarazione delle varie aree che costituiscono la ZEE deve essere un esercizio cauto e ben studiato, salvaguardando i diritti di Malta ma considerando le rivendicazioni contrastanti di altri paesi: tra questi spiccano i diritti di perforazione per le estrazioni petrolifere, che in passato sono state oggetto di contesa con la Libia di Gheddafi.
Caruana ha accolto con favore l’appoggio dell’opposizione e ha promesso che Malta procederà con cautela.