Analisi della nuova policy maltese per Skills Card nel turismo: impatto su lavoratori non-UE, settore educativo e confronto con normative e pratiche esistenti in Malta.
Il governo maltese ha recentemente presentato un piano che andrà a ridefinire il paradigma lavorativo nel settore turistico, introducendo la “Skills Card” – una carta delle competenze – per tutti i lavoratori, sia dell’Unione Europea (UE) che extra-UE. Questa mossa, delineata dal Ministro del Turismo Clayton Bartolo e oggetto di un dibattito aperto fino al 16 novembre, mira a elevare la qualità dei servizi nel vibrante settore turistico dell’isola, fulcro dell’economia maltese.
La misura, che verrà applicata progressivamente a partire dal gennaio 2024, obbligherà a tutti i lavoratori non UE che vogliono lavorare in hotel, bar, ristoranti e altri servizi turistici l’ottenimento di una “Skills Card” per poter lavorare legalmente a Malta. Dal 2025, questo requisito sarà esteso anche ai lavoratori maltesi e dell’UE. Il piano, esposto ai vari attori del settore giovedì scorso, rappresenta una svolta significativa nella gestione delle risorse umane in un settore chiave dell’economia maltese.
Impatto sul mercato del lavoro e sulla qualità del servizio
Il Ministro Bartolo ha sottolineato l’importanza di attrarre personale nel settore, non solo in quantità, ma soprattutto in termini di qualità. L’obiettivo che si prefigge con l’introduzione della Skills Card, è quello di assicurare che Malta attiri forza lavoro veramente qualificata e necessaria. Si cerca quindi di affrontare le criticità legate alle competenze di chi opera in questo settore, promettendo un miglioramento tangibile della qualità dei servizi offerti ai turisti.
Struttura e Costi della Skills Card
Per ottenere la “Skills Card”, i lavoratori dovranno sostenere un corso di formazione obbligatorio e superare un esame di valutazione iniziale. Il costo del corso, che si può effettuare anche online, è fissato in €450, con un ulteriore onere di €125 a fronte di un’ulteriore valutazione in presenza, una volta arrivati a Malta.
Il percorso formativo comprenderà test di competenza linguistica in inglese e corsi base in accoglienza, ospitalità e sulle offerte turistiche di Malta. L’ITS valuterà i candidati, ma sarà l’Autorità Turistica di Malta a emettere le carte, classificate in sette diversi livelli, in base a qualifiche ed esperienze.
Reazioni del Settore e Sfide
La Malta Hotels and Restaurants Association (MHRA) si è espressa favorevolmente sull’importanza di garantire le competenze necessarie dei lavoratori prima del loro arrivo. Tuttavia, ha evidenziato preoccupazioni riguardo alla pianificazione e alla praticità delle soluzioni, sottolineando l’urgenza di evitare di aggravare le attuali sfide legate alla carenza di manodopera nel settore alberghiero e ristorativo.
Il piano del governo maltese, con l’introduzione della Skills Card, è un tentativo coraggioso di risolvere problemi di lunga data relativi alla qualità e all’efficienza nel settore turistico, ma solleva questioni legate ai costi operativi e ai processi di reclutamento. La MHRA ha dichiarato che esaminerà più dettagliatamente il processo proposto per garantire che non si aggiungano ulteriori oneri al “giusto reclutamento di lavoratori stranieri a Malta”, e discuterà il modus operandi annunciato dello schema e i relativi costi con le autorità competenti.
Conclusioni, prospettive future e proposte del network Malta Business
La decisione di introdurre la “Skills Card” segna un punto di svolta per il mercato del lavoro a Malta nel settore turistico, con implicazioni significative per i lavoratori, i datori di lavoro e i turisti. Se da un lato queste misure promettono di migliorare la qualità dei servizi e l’esperienza turistica, dall’altro pongono nuove sfide in termini di accessibilità e costi per i lavoratori e le aziende.
Da una prima valutazione effettuata dagli analisti di Malta Business, rispetto alle informazioni recuperate dagli organi di stampa maltesi, un aspetto critico del piano di introduzione della “Skills Card” nel settore turistico dell’isola di Malta, è l’apparente esclusione del settore educativo privato nella formazione. “Questa scelta potrebbe rappresentare non solo una potenziale violazione delle norme europee sulla concorrenza e sulla libera circolazione dei lavoratori in Europa, ma si pone anche in contrasto con un’efficace strategia di sviluppo delle competenze, specialmente in un’industria dinamica come quella del turismo.”
Affidare in esclusiva all’Istituto di Studi Turistici (ITS) il compito di formare i lavoratori non solo riduce la diversità e la ricchezza formativa che il settore privato può offrire, ma ignora anche l’importanza della formazione acquisita al di fuori di Malta, spesso in paesi con un settore turistico ben più sviluppato e competitivo.
Inoltre, la proposta non tiene in considerazione il ruolo fondamentale del MQRIC (Malta Qualifications Recognition Information Centre), l’organismo all’interno del MFHEA (Malta Further and Higher Education Authority) preposto al riconoscimento delle qualifiche in base al Malta Qualifications Framework (MQF) e al Quadro europeo delle qualifiche (EQF). Il MQRIC non solo assiste nel riconoscimento delle qualifiche maltesi all’estero, ma fornisce anche una valutazione indispensabile delle competenze acquisite internazionalmente. La mancanza di un riferimento esplicito a queste procedure già esistenti e consolidate nella proposta legislativa solleva questioni sul suo allineamento con le migliori pratiche e le esigenze attuali del settore.
E’ di tutta evidenza che il coinvolgimento di istituti privati e l’utilizzo di strutture di riconoscimento delle competenze come il MQRIC, nelle procedure di rilascio della Skills Card, potrebbero arricchire significativamente il tessuto formativo del settore turistico, garantendo che la forza lavoro in questo campo sia non solo ben qualificata secondo gli standard maltesi, ma anche versatile e all’avanguardia rispetto alle tendenze globali del settore. Considerando queste lacune, è vitale riconsiderare l’approccio del piano attuale per garantire che il settore turistico maltese rimanga competitivo, inclusivo e in linea con gli standard internazionali.
Non vi è dubbio che il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di bilanciare le esigenze di qualità con quelle di praticità e accessibilità, garantendo al contempo che Malta rimanga una destinazione accogliente e competitiva sul panorama turistico internazionale. Il tempo e l’evolversi delle discussioni con gli stakeholder del settore chiariranno se questa svolta audace sarà un modello da seguire o un percorso costellato di sfide inaspettate.