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Massimiliano Dragoni: “La Blockchain saprà affermarsi tra le imprese e i cittadini”

Da più di vent’anni lavora presso la Commissione Europea, dove ha prestato servizio in varie direzioni generali, tra cui politica industriale, ricerca e innovazione, e cooperazione internazionale. Massimiliano Dragoni attualmente è il responsabile dell’iniziativa Startup Europe e ne coordina l’attuazione. Ma è anche l’economista del team sulla “Blockchain” istituito a Bruxelles nel 2018 e coordina le misure a favore delle PMI e startup che operano nei settori digitali strategici e altamente innovativi, tra cui IA, IoT, Blockchain e Cybersecurity.

Dott. Dragoni, tiriamo le somme dopo il recente Blockchain Forum Italia. Come si è ritrovato il settore alla fine di un anno del tutto anomalo e quali sono le prospettive future?

“Da quello che ho potuto vedere il settore è sempre molto attivo, resiliente e dinamico. È chiaro che il 2020 è stato un anno difficile per tutti, che ha rallentato le attività economiche e sociali. Dal 2021 le prospettive, salvo nuovi imprevisti, sono positive in quanto la Blockchain sta prendendo sempre più piede in Italia, in Europa e nel mondo, per tutta una serie di attività collegate al supply chain così come la notarizzazione, il riconoscimento dell’identità digitale, l’educazione e via dicendo.”

Nel panel al quale lei ha preso parte si è parlato di bitcoin in relazione a stable coin e CBDC. Qual è la differenza tra queste valute? Quale prevede si affermerà sulle altre? Perché in relazione ad esse si parla di scenario utopistico?

“Il Bitcoin si basa sul trasferimento di valuta tra conti pubblici usando crittografia a chiave pubblica. Tutte le transazioni sono pubbliche e memorizzate in un database distribuito che viene utilizzato per confermarle e impedire la possibilità di spendere due volte la stessa moneta. I bitcoin sono estremamente volatili. Gli stablecoin, sono criptovalute che a differenza del bitcoin, hanno un prezzo stabile perché vincolato a un mezzo di scambio stabile (una moneta fiat, per esempio Libra con il dollaro statunitense). Gli stablecoin (non collateralizzati) potrebbero creare flussi di denaro indipendenti dall’azione di controllo delle banche centrali e, in ultima istanza, dei governi stessi. Infine la CBDC è una moneta di banca centrale in formato digitale, quindi de-materializzata, differente dai saldi delle riserve bancarie. E’ denominata nell’unità di conto nazionale, ed è un debito diretto della banca centrale nei confronti di chi la possiede. Da questo punto di vista una CBDC, a differenza di un Bitcoin o di un Stablecoin, avendo alle spalle una banca centrale, è destinata ad avere naturalmente un pubblico di utilizzatori. Per esemplificare, tutti sanno cosa sia un Euro senza bisogno di troppe spiegazioni. Solo una nicchia conosce Bitcoin o Libra.

Non saprei dire quale si affermerà sull’altra, probabilmente coesisteranno per un tempo. Siamo ancora in una fase preliminare, e la stessa Banca Centrale Europea ha preso tempo fino a metà del 2021 per dare un proprio parere in merito a se, come e quando introdurre una valuta digitale europea.

Scenario utopistico perché è ancora difficile immaginare un futuro che sia quasi senza contante, e che si faccia ricorso completo alla valuta digitale. Ma quando si intraprende un cammino più ci si avvicina all’obiettivo prefissato, più lo scenario utopistico tende a scemare e si trasforma in uno scenario realistico.”

Quindi parlare di utopia vale a dire che il percorso è ancora lungo?

“Parliamo di qualche anno a mio avviso. Penso che già tra qualche anno si chiariranno molto le possibilità di introduzione di una digital currency, così come si saranno vagliate le modalità e l’impatto che potrà avere sull’economia.”

Le nostre imprese, e in particolare le PMI, sono sufficientemente consapevoli della blockchain e delle opportunità che possono trarre da essa?

“Da quello che posso vedere da Bruxelles, direi che le PMI, soprattutto quelle molto piccole e nei settori tradizionali, non sono ancora consapevoli di cosa sia la Blockchain e dei vantaggi che essa può portare sia in termini economici sia di gestione della loro attività. Invece i grandi gruppi e le grandi imprese, e il settore finanziario e assicurativo, e dei trasporti (particolarmente  della supply chain e la distribuzione, stanno studiando e implementando degli ‘user cases’, progetti pilota, per validare l’utilizzo della Blokchain in concomitanza con altre tecnologie come l’Internet of Things (IoT) per rendere sia la trasmissione dei dati e il trasporto delle merci più affidabile.”

Dato che ha citato la Commissione Europea, come procede il lavoro sulla Blockchain in questa sede?

“Procede molto bene. Stiamo lavorando insieme a tutti gli Stati membrisull’introduzione di una struttura europea gestita in forma distribuita, che si chiama European Blockchain Service Infrastructure. (EBSI). L’EBSI è un’iniziativa congiunta della Commissione europea e dell’European Blockchain Partnership (EBP) che ha lo scopo di fornire servizi pubblici transfrontalieri a livello europeo utilizzando le caratteristiche innovative della tecnologia blockchain. L’infrastruttura portata avanti dai 27 Paesi UE supporta molte applicazioni nella notarizzazione, nella gestione dei titoli di studio, nella “Self Sovereign Identity” (creare e controllare la propria identità in modo più flessibile, autonomo ed interoperabile) e nella condivisione affidabile di dati. La possibilità di utilizzare un’infrastruttura a livello europeo con standard ben definiti sta accelerando la diffusione di tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, favorendo la nascita di ulteriori use case da poter implementare.”

Come valuta il sistema Malta e la sua legislazione?

“Malta ha già posto in essere da un paio d’anni un quadro legislativo per la Blockchain abbastanza chiaro per attirare progetti e aziende nei settori fintech e supply chain che possano sviluppare applicazioni e piattaforme che possano avere valenza sia nazionale per Malta e internazionale per il resto dell’Europa, e anche oltre. Anche con la Commissione Europea, Malta si conferma molto propositiva e proattiva.”

Quali novità si aspetta per la fine del prossimo anno, al netto di eventi straordinari come quelli accaduti nel 2020?

“Immagino che entro la fine del 2021 sia la tecnologia della Blockchain che la convergenza della stessa con le altre tecnologie trainanti come l’IA, la Cybersecurity e l’IoT saranno più sviluppate ed implementate in ambiente reale.”

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Giovanni Guarise
Giovanni Guarise
Giornalista professionista dal 2010, nel corso degli anni da freelance ha dedicato particolare attenzione al mondo della Piccola e Media Impresa, realizzando approfondimenti e focus per diversi quotidiani, e collaborando nelle attività di comunicazione per un'associazione di categoria in Veneto
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