Un’agenzia di rating tedesca ha confermato il giudizio A+ di Malta e l’outlook stabile, affermando che il Paese ha un forte potenziale di crescita unito a una performance fiscale prudente. Scope Ratings, con sede a Berlino, ha sostenuto che i rischi affrontati da Malta nei prossimi 12-18 mesi sono “ben bilanciati”, con il debito che dovrebbe riprendere la sua traiettoria verso il basso una volta che l’economia nazionale si stabilizzata, nel 2022.
Nel suo rapporto, non sollecitato dal Governo maltese, l’agenzia ha evidenziato tre punti di forza e tre limiti nell’economia dell’arcipelago.
Il primo punto di forza è il potenziale di crescita, con un’economia che si sposta verso servizi a più alto valore aggiunto e riforme strutturali che hanno aumentato l’offerta di lavoro e ridotto i tassi di disoccupazione.
Scope ha evidenziato che Malta può far crescere il suo PIL al 3,5-4% all’anno, un tasso superiore a quello di molti altri Paesi, con il PIL reale che dovrebbe superare i livelli pre-pandemia entro il 2022.
Secondo punto di forza è il “forte track record di prudenza fiscale e di consolidamento nel medio termine”, con livelli di debito pubblico che sono diminuiti significativamente negli anni che hanno preceduto l’emergenza Covid-19.
Questo scenario è ovviamente cambiato a causa dei cospicui aiuti finanziari introdotti in seguito alla pandemia, ma il deficit del 9 per cento dovrebbe raggiungere lo 0 entro il 2026, in parte grazie ai finanziamenti dell’UE che dovrebbero aiutare a promuovere progetti infrastrutturali.
Il terzo punto di forza di Malta è stata la sua robusta posizione in materia di investimenti internazionali, che si attestavano al 54% del PIL alla fine del 2019, una delle percentuali più alte dell’UE. Percentuale poi crollata a -1,3% del PIL a settembre 2020, anche se la ripresa dei viaggi internazionali e un aumento delle esportazioni dovrebbe aumentare il saldo delle partite correnti al 3,5% del PIL entro il 2026.
Accanto alle note positive, Scope richiama anche l’attenzione di Malta sull’esposizione ad andamenti di mercato esterni, con un’alta integrazione ai mercati finanziari internazionali, e la forte dipendenza dalla manodopera straniera qualificata.
Importare più lavoratori in quello che è già un paese molto densamente popolato potrebbe aggiungere pressione alle scarse risorse, sfidare l’integrazione sociale e minacciare la sostenibilità del modello di crescita di Malta. Serve quindi equilibrio, come nelle politiche che il Governo ha programmato per i prossimi anni.
Altri rischi sono rappresentati dall’invecchiamento della popolazione, con il concomitante aumento della spesa pensionistica e sanitaria che pesa anche sulle finanze pubbliche, e da sfide istituzionali che comunque si stanno risolvendo attraverso una serie di riforme costituzionali, della giustizia e in materia di antiriciclaggio.