Non solo Malta è contraria alla tassazione minima obbligatoria del 15% per le imprese multinazionali nell’UE. Il fronte di chi si oppone al procedimento in atto si sta allargando ad altri Paesi del blocco europeo, che di recente hanno creato i primi ostacoli esprimendo forti critiche nei confronti delle modalità di applicazione della misura.
Durante l’ultimo vertice dei ministri dell’economia e delle finanze dell’UE, i governi di Polonia, Ungheria, Estonia e Svezia, insieme naturalmente alla stessa Malta, hanno trasmesso al resto dei partner le loro preoccupazioni riguardo al progetto di direttiva, che deve essere approvato all’unanimità.
L’iniziativa legislativa – cerca di introdurre nel quadro normativo europeo l’accordo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per garantire che le imprese con entrate superiori ai 750 milioni di euro all’anno paghino un livello minimo di tasse.
I paesi contrari sostengono però che l’obiettivo di far entrare in vigore questa norma dal primo gennaio 2023, voluto soprattutto dalla Francia, è “troppo ambizioso”, in quanto non consentirebbe di essere preceduto da un adeguato momento di analisi e riflessioni.
Tra i più agguerriti oppositori dalla nuova norma, il ministro delle Finanze maltese Clyde Caruana, consapevole di come la competitività di Malta sarebbe fortemente limitata, dato che oggi alle imprese straniere che investono nell’isola del Mediterraneo vengono tassate al 35%, ma con un rimborso dei 6/7 che porta l’aliquota effettiva al 5%.
Il ministro maltese ha lamentato di non aver mai ricevuto risposte su alcune riserve espresse da Malta, in particolare riguardo alla soglia dei 750 milioni di euro per l’applicazione della tassazione minima, ai settori esclusi, e alla tutela dei Paesi di dimensioni ridotte che cercano di adottare misure competitive per riequilibrare gli svantaggi di partenza nei confronti degli Stati più grandi. Riserve che erano state manifestate anche in sede OCSE, nonostante la firma dell’accordo anche da parte della stessa Malta, e che sono rimaste sempre senza un riscontro.
In precedenza l’opposizione al tentativo di una tassazione minima UE era avanzata trasversalmente dai leader delle delegazioni maltesi all’europarlamento: l’eurodeputata nazionalista Roberta Metsola, ora eletta Presidente del Parlamento Europeo, e il collega laburista Alfred Sant, i quali non si smuovono da una netta e trasversale posizione di contrarietà a qualsiasi tentativo di compromettere la competitività economica di Malta. Anche, e soprattutto, perché quello della tassazione è un tema per il quale ciascun Stato membro deve poter esercitare la propria sovranità nazionale: si tratta di una prerogativa legittima, da sempre valida, che secondo Malta deve continuare ad essere garantita.