Il traffico aereo a Malta ha forse raggiunto il suo apice: lo sostiene Alan Borg, amministratore delegato di Malta International Airport, in un’intervista al Corriere della Sera.
A novembre – come riporta il quotidiano italiano – l’aeroporto di Luqa ha visto transitare 493 mila passeggeri, l’8,7% in più dello stesso periodo del 2018. I flussi da e per Roma Fiumicino sono stati i più numerosi, con 31.260 persone arrivate o partite (+48%). A livello di Paesi è un testa a testa tra il Regno Unito (108 mila) e l’Italia (101 mila).
Numeri da capogiro, se si pensa che la popolazione maltese è di 494 mila abitanti. Vale a dire che in questo aeroporto transitano oltre 7 milioni di passeggeri, quattordici volte la popolazione e oltre il doppio rispetto ai flussi di un decennio fa.
Ora risulta proibitivo pensare a un aumento progressivo di questi numeri. Secondo Alan Borg, infatti, la crescita deve essere controllata e sostenibile, proporzionata alla dimensione degli spazi e delle strutture.
I nodi da affrontare per il futuro sono invece la Brexit e il flight shaming. La prima non darà probabilmente grosse preoccupazioni in quanto gli inglesi sono particolarmente legati a Malta a prescindere dalla sua permanenza nell’UE. Merita invece la dovuta attenzione il movimento che sensibilizza a non prendere l’aereo per non inquinare: “Il fenomeno – assicura Borg – ha avuto un impatto già quest’anno, soprattutto dalla Scandinavia. Per i giovani è un tema reale, non una moda passeggera, motivo per cui il nostro settore deve raccontare meglio quanto di buono sta facendo“.